Oscuri talenti by J.M. Miro

Oscuri talenti by J.M. Miro

autore:J.M. Miro [Miro, J.M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General
ISBN: 9788858796665
Google: oH-UEAAAQBAJ
editore: Bompiani
pubblicato: 2022-10-19T20:38:38+00:00


Era stato un incontro strano, quasi come un sogno. Cosa avevano caricato il passeggero e il vetturino su quella carrozza nera, Charlie non poteva saperlo. Ma Komako non ne parlava mai e lui non era così sciocco da chiedere. E del resto venne risucchiato dalla vita quotidiana del Cairndale e da tutto lo strampalato mondo delle lezioni e dello studio.

Al Cairndale i maschi erano una quindicina. Le camere davano tutte sullo stesso piccolo corridoio, a un’estremità del quale dormiva un istitutore – Mr Smythe –, che la sera teneva la porta socchiusa mentre loro si mettevano a letto. I ragazzi erano per la maggior parte più grandi e con la pelle bianca, anche se c’erano diversi cinesi e due fratelli taciturni della Costa d’Oro, che se ne stavano in disparte. Tutti quanti scoccavano sguardi curiosi a Marlowe; persino i residenti anziani e gli insegnanti parlottavano e guardavano ogni volta che il bambino passava. Avevano tutti sentito quei racconti; molti di loro erano presenti quella notte, quando Jacob Marber aveva fatto irruzione al Cairndale. Sembrava che considerassero Marlowe per certi versi un miracolo, per altri un mostro, perché era sopravvissuto all’assalto di Marber. Al diavolo: Charlie e Marlowe stavano nella cameretta che gli avevano assegnato la prima sera; e a eccezione di Oskar, avevano poco a che spartire con gli altri ragazzi.

Era con Komako e Ribs che passavano i giorni. Miss Davenshaw aveva scelto loro cinque perché gradiva, a detta sua, le diverse capacità che avevano. “Vi farete lezione a vicenda,” diceva, “e imparerete che ognuno di noi ha i propri doni da condividere.” Se aveva altri, più oscuri, motivi non lo disse.

Si svegliavano tutte le mattine quando Mr Smythe suonava una campanella nel corridoio, segno che dovevano vestirsi. Poi facevano colazione nel salone, un brulicare rumoroso, l’acciottolio dei piatti, le urla, le risa, e alla fine si dividevano a gruppetti a seconda dell’aula. Marlowe, Charlie, Komako, Ribs e Oskar: loro cinque cominciavano tutte le mattine nella classe tappezzata di libri della rigida Miss Davenshaw, sotto il suo sguardo cieco.

Erano probabilmente le cose più normali che avrebbero imparato lì dentro, anche se ai tempi Charlie non lo poteva sapere. Miss Davenshaw stava ferma e impettita e assegnava letture e compiti a ognuno di loro a rotazione; gli alunni si mettevano in fila e prendevano dalle sue mani le consegne, si rimettevano seduti e cominciavano a studiare. A Charlie non pesava, anzi gli piaceva avventurarsi fra quelle lettere e imparare a leggere più velocemente, senza intoppi. Poi c’era geografia, le acquisizioni dell’impero britannico, i paesi d’Oriente e una litania infinita di città, nazioni, lingue. Dopodiché si passava alla storia delle isole britanniche, un elenco di re e regine e date di battaglie. Infine veniva il momento dell’aritmetica, sulla lavagna nell’angolo, con Miss Davenshaw che nonostante la cecità seguiva i conti e mandava un sibilo a ogni errore; la pallida luce del mattino entrava lentamente dalle alte finestre, lambiva gli scaffali dei libri e a poco a poco scivolava sulla moquette a terra.

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